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martedì 16 ottobre 2012
Partecipazione è sviluppo
martedì 14 agosto 2012
L'italiano
L’italiano è individualmente un carissimo compagno di viaggio o di cena o di conversazione, di avventura e di svago, ma come socio e come concittadino è...
giovedì 5 luglio 2012
Palindromo
Ho partecipato a Catanzaro agli Stati Generali del Mezzogiorno d'Europa promossi da Italiacamp.
I concetti chiave dell'evento, c'era una volta il sud e invertiamo la tendenza, sono stati come al solito illustrati con un palindromo.
I concetti chiave dell'evento, c'era una volta il sud e invertiamo la tendenza, sono stati come al solito illustrati con un palindromo.
domenica 27 maggio 2012
Sversare o riutilizzare? Questo è il dilemma
Seguo con interesse e crescente sgomento la vicenda relativa all'insabbiamento e al mancato dragaggio del porto di Pescara. Una storia veramente incredibile!
Si gioca al rimpallo delle responsabilità, mentre i danni agli operatori e all'economia, cittadina e regionale, sono enormi.
domenica 5 febbraio 2012
Abruzzo Teramano
L’amico Lucio De Marcellis mi ha inviato una copia della nuova rivista “Abruzzo teramano”. Diretta da Sergio Scacchia, celebra la bellezza del nostro territorio. Bella iniziativa. Complimenti. L'auspicio, dal mio punto di vista, è di poter unire le forze per indurre nelle comunità locali una maggiore consapevolezza sulle risorse territoriali (ambientali, storiche e culturali) di cui disponiamo. Consapevolezza purtroppo assai scarsa.
mercoledì 11 gennaio 2012
I finanziamenti alla cultura in provincia di Teramo
La recente pubblicazione della graduatoria delle associazione culturali finanziate in provincia di Teramo ha destato feroci polemiche sulle modalità di attribuzione dei fondi e sulla qualità delle iniziative promosse dai beneficiari. Di seguito alcune mie riflessioni.
lunedì 21 novembre 2011
Democrazia Partecipativa
La democrazia partecipativa nell’esperienza della repubblica. Nuovi segnali dalla società civile?
Venerdì 25 novembre 2011 -Ore 9.30 - Aula 10 - Facoltà di Scienze politiche
Dipartimento di Studi Giuridici, Comparati, Internazionali ed Europei
Convegno
La democrazia partecipativa nell’esperienza della repubblica.
Nuovi segnali dalla società civile?
Ore 09.30
Presiede:
UMBERTO ALLEGRETTI (Univ. Di Firenze)
Saluti:
Rettore (Prof.ssa Rita Tranquilli Leali)
Preside Facoltà di Scienze Politiche (Prof. Enrico Del Colle)
Relazioni:
Alberto Lucarelli (Univ. Federico II Napoli)
L'attuazione di modelli teorici: laboratorio Napoli
Carlo Di Marco (Univ. Teramo)
Democrazia e partecipazione popolare nella crisi del costituzionalismo
Fiammetta Ricci (Univ. Teramo)
Retorica della maggioranza e nuove forme di partecipazione politica: ripensare la democrazia o postdemocrazia?
Enzo Di Salvatore (Univ. Teramo)
Democrazia partecipativa e processo di integrazione europea
Marco Di Folco (Univ. LUISS Roma)
democrazia partecipativa e autonomie locali
Comunicazioni
Lucia Sciannella, Università degli studi di Teramo;
Sara Lieto, Università Federico II, Napoli;
Giuseppe Massi, Avvocato, Foro di Teramo;
Raffaele Di Marcello, Ordine degli Architetti Teramo;
Mauro Vanni, Associazione “Itaca” per lo sviluppo locale, Teramo;
Raffaele Raiola, Ordine degli architetti, Napoli.
Ore 15.00
Tavola rotonda coordinata da UMBERTO ALLEGRETTI (Univ. Di Firenze)
I relatori con: segretari di partito, parlamentari, amministratori locali e delle regioni
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Per la partecipazione degli studenti della Facoltà di Scienze Politiche sarà riconosciuto n.1 CFU
giovedì 16 giugno 2011
Della solitudine del riformista
Mi capita sempre più spesso di incontrare soggetti ed organizzazioni eticamente orientati e socialmente responsabili ma desiderosi di ottenere "tutto e subito". Ciò si traduce in un atteggiamento troppo radicale (da fondamentalisti?) che sfocia nella pratica in veri e propri "aut aut". Ma così si impedisce di fatto l'avvio di una reale trasformazione e miglioramento del sistema. Tali comportamenti dovrebbero essere corretti ricordando "la solitudine del riformista" così ben illustrata da Federico Caffé: "Egli (il riformista ndr) è tuttavia convinto di operare nella storia, ossia nell'ambito di un «sistema», di cui non intende essere né l'apologeta, né il becchino; ma, nei limiti delle sue possibilità, un componente sollecito ad apportare tutti quei miglioramenti che siano concretabili nell'immediato e non desiderabili in vacuo. Egli preferisce il poco al tutto, il realizzabile all'utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una sempre rinviata trasformazione radicale del «sistema»".
Caffè ricorda poi che il riformista avverte con maggiore malinconia le reprimende di chi gli rimprovera l'incapacità di fuoriuscire dal «sistema» e conosce perfettamente quali lontane radici abbia l'ostilità a ogni intervento mirante a creare istituzioni che possano migliorare le cose. Essendo uomo di buone letture, il riformista si rincuora prendendo un libro che gli è caro (M. Keynes, The General Theory of Employment, Interest, and Money) rileggendone alcune righe:
Caffè ricorda poi che il riformista avverte con maggiore malinconia le reprimende di chi gli rimprovera l'incapacità di fuoriuscire dal «sistema» e conosce perfettamente quali lontane radici abbia l'ostilità a ogni intervento mirante a creare istituzioni che possano migliorare le cose. Essendo uomo di buone letture, il riformista si rincuora prendendo un libro che gli è caro (M. Keynes, The General Theory of Employment, Interest, and Money) rileggendone alcune righe:
“Sono sicuro che il potere degli interessi costituiti è assai esagerato in confronto con la progressiva estensione delle idee. Non però immediatamente. (...) giacché nel campo della filosofia economica e politica non vi sono molti sui quali le nuove teorie fanno presa prima che abbiano venticinque o trent'anni di età, cosicché le idee che funzionari di Stato e uomini politici e perfino gli agitatori applicano agli avvenimenti correnti non è probabile che siano le più recenti. Ma presto o tardi sono le IDEE (il maiuscolo è mio!), non gli interessi costituiti, che sono pericolose sia in bene che in male”.
venerdì 6 maggio 2011
Da governo del territorio a governo con il territorio
Maggio 2011. Tempo di elezioni. Distribuzione di santini. Benedizioni dei big della politica. Si sgranano rosarii di buone intenzioni. Campagne elettorali giocate a colpi di palestre, PRG, PMU, TARSU, lampioni pubblici, strade, sportelli vari,...Tutto importante, ma non sufficiente. Mi rammarica non vedere, nei candidati e nei cittadini, la consapevolezza che benefici di ampia portata, per i cittadini e per le imprese, si possano ottenere soltanto con il concorso di molteplici soggetti che nel territorio si muovono o che sono in significativa interazione con esso. Ripropongo sotto, in primis a me stesso, i punti salienti di un progetto formativo realizzato dal FORMEZ e da 15 Università italiane (tra le quali Teramo e Chieti/Pescara) sulla "Public Governance". Ci si è lavorato duramente, molte amministrazioni hanno partecipato (con amministratori e dipendenti), mi chiedo: perché si continua ad ignorare la prospettiva del governo con il territorio?
domenica 27 febbraio 2011
Il futuro dei piccoli comuni
La sopravvivenza dei piccoli comuni si gioca soprattutto sulla messa a punto di politiche ad hoc. Una specifica proposta di legge ha iniziato il suo iter parlamentare nel 2006, con l'intento di dettare delle linee di indirizzo, cercare di attivare le politiche locali e di governo. Ma anche intervenire sul disagio insediativo alla base dei fenomeni di abbandono e spopolamento di questi luoghi, fermando la crescente rarefazione dei servizi al cittadino: servizi pubblici accorpati per il contenimento dei costi (uffici postali, presìdi territoriali scolastici, sanità, eccetera); insufficiente manutenzione del territorio, esercizi commerciali privi di una domanda adeguata per la loro sopravvivenza.
domenica 30 gennaio 2011
Letto e sottoscritto
Da Homo Civicus, bellissimo libro di Franco Cassano, (Edizioni Dedalo, 2004).
La cittadinanza è l'invenzione più interessante dell'Occidente: essa ha degli uomini un'idea altissima, dal momento che chiede loro di saper governare se stessi, sottraendosi a due opposte derive, quella del totalitarismo, che ne fa dei sudditi, e quella del mercato, che ne fa dei clienti.
La cittadinanza è l'invenzione più interessante dell'Occidente: essa ha degli uomini un'idea altissima, dal momento che chiede loro di saper governare se stessi, sottraendosi a due opposte derive, quella del totalitarismo, che ne fa dei sudditi, e quella del mercato, che ne fa dei clienti.
venerdì 17 settembre 2010
Vera democrazia per uscire dall'impasse
La ricetta è un pò datata (2471 anni fa per essere precisi), ma è ancora buona.
Discorso agli ateniesi 461 a.c.Pericle - Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
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