L'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha recentemente pubblicato i dati relativi al tasso di disoccupazione giovanile (fra 15 e 24 anni).
In Italia è pari al 25%, contro il 16,4% della media europea. Il dato del 2009 è peggiorato rispetto al 2008, quando la disoccupazione era pari al 21,3%, ma risulta comunque migliore rispetto al dato di dieci anni fa (31,1% nel 1999).
Spagna e Grecia mostrano un tasso di disoccupazione giovanile maggiore, pari rispettivamente al 37,9% e al 25,8%. Molto positivo, nonostante la crisi, risulta invece il dato della Norvegia, dove i ragazzi senza lavoro sono il 9,2%, (erano però il 7,3% nel 2007).
In Svezia, addirittura, c'è grande preoccupazione per l'esodo di giovani disoccupati verso la Norvegia (circa 83.000 nel 2009!) anche per la prospettiva di una più alta remunerazione.
Guardando con attenzione il modello norvegese (peraltro non immune da difetti), mi sembra che le principali peculiarità siano due:
- contatti precoci degli studenti con il mercato del lavoro a partire dai 16 anni;
- riforme dell'istruzione che vanno nella giusta direzione: rafforzamento dell'educazione prescolare, enfasi sul grado di conoscenza delle competenze di base, potenziamento dell'educazione tecnica e professionale dopo la scuola dell'obbligo (16 anni), attenzione all'integrazione degli immigrati con misure ad hoc, separazione dell'orientamento sociale e psicologico da quello pedagogico e professionale.