venerdì 3 febbraio 2012

Su Monti e il mito del posto fisso

La frase del Presidente del Consiglio:" Il posto fisso? Che noia!" ha scatenato le reazioni di tutti: politici, esponenti sindacali, docenti e giovani. Secondo me, ne è stata data un'interpretazione forzata e quindi errata. Senza voler prendere le difese di Mario Monti (che non ne ha certamente bisogno) credo che il premier abbia voluto stimolare ed invitare i giovani ad essere preparati ad affrontare un mondo del lavoro in cui non si può più pensare di ricoprire per 40 anni lo stesso posto.

Avere la capacità di adattarsi ai repentini cambiamenti imposti da una realtà ormai globale, essere in sintonia con l'utilizzo delle nuove tecnologie e le loro evoluzioni, crearsi un metodo di lavoro che consenta di affrontare nuovi temi ed argomenti (al di là del titolo di studio posseduto), essere curiosi e capaci di tradurre idee e progetti in azioni concrete, sono ormai abilità ed attitudini  dalle quali non è più possibile prescindere.

Forse qualcuno giudicherà l'immagine un po' forte o fuori luogo, ma non c'è più spazio per chi sa solo sedersi ad una tavola imbandita e mangiare con gusto e garbo. Abbiamo bisogno di chi sappia fare la spesa, trasportarla a casa, combinare gli ingredienti e le materie prime, apparecchiare e rassettare. Molto spesso invece, anche a causa di insufficienti politiche per l'occupabilità, l'imprenditorialità e l'adattabilità, siamo solo in presenza di ottimi mangiatori. Pardon...esecutori.

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