Scrivo a coloro che sono ancora interessati ai piccoli paesi, ai luoghi del silenzio, al significato di un albero, di un edificio o di un vecchio su una panchina; a coloro che si indignano per le discariche abusive, per lo scempio operato a danno dei nostri fiumi, ...Vi invito a scoprire, se non lo conoscete già, lo scrittore irpino Franco Arminio, fondatore della "paesologia".
Nel suo bellissimo libro “Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia” (2008 Laterza Editore - Collana Contromano) Arminio inquadra così la questione: “almeno un quarto dei paesi italiani è gravemente malato. È una malattia nuovissima. Di cosa si tratta? Di desolazione. Per secoli o forse millenni i paesi sono stati poveri ma, anche se modesta, la vita che si svolgeva un tempo era piena. Ogni persona stava nel suo paese come un pesce dentro al lago. Adesso pare che tutti stiano in un secchio rotto. Si vive con poca acqua e con la sensazione che nessuno sappia come conservare la poca che rimane. Chi visita i paesi d'estate o la domenica ne cattura un'impressione del tutto illusoria: il piacere del silenzio, del buon cibo, aria buona. Tutto questo è solo una facciata, una realtà apparente che nasconde un'inerzia acida, un tempo vissuto senza letizia. D'altra parte, uno arriva e ferma la macchina in piazza. Guarda qualcuno vicino al bar o sulle panchine. Guarda una vecchia che va a fare la spesa, un cane disteso al sole, guarda porte chiuse, guarda la propria macchina e capisce che lo strumento per la fuga è a portata di mano. Basta una mezz'oretta di curve e si torna al mondo gremito, il mondo che si muove. Se i sani scappano lontano, nel paese restano i malati."
Per Arminio, la paesologia è una forma di attenzione nei confronti dei paesi che sopravvivono con forza alla nuova dimensione umana. Non è una nuova scienza, ma un rinnovato interesse alla bellezza del paesaggio.
Riavvicinare le persone ai paesi è l’obiettivo; spesso la gente stà nei paesi ma guarda altrove, non ama i luoghi in cui vive. Il paesologo invece vuole riannodare le persone ai paesi, invita a guardare i luoghi e il paesaggio, perché guardare vuol dire anche avere riguardo…
"Visto che le città sono spesso dei luoghi invivibili, un nuovo umanesimo non può che fondarsi sui paesi. I paesi del silenzio e della luce " come li chiama Arminio. Paesi da andare a trovare come si va a trovare un vecchio zio che magari sta male. E andandoli a trovare si ha ancora la possibilità di fare un’esperienza umana interessante.
La paesologia è andare nei paesi per tornare il più in fretta possibile al proprio paese. È un vedere senza guardare; è abbassarsi all’altezza del cane, lo sguardo tipico del paesologo e annusare. E’ una disciplina senza protocolli, “ogni volta si comincia da zero, non basta attraversare un luogo, ci vuole che il luogo ti attraversi. E questa è una cosa che non riesce sempre. A volte ci vuole un’infiammazione, altre volte ci vuole un senso di estraneazione. Non è sapere tutto di un paese, non è informarsi su di esso, non è rimanerci per poco o per tanto”.
La paesologia è andare nei paesi per tornare il più in fretta possibile al proprio paese. È un vedere senza guardare; è abbassarsi all’altezza del cane, lo sguardo tipico del paesologo e annusare. E’ una disciplina senza protocolli, “ogni volta si comincia da zero, non basta attraversare un luogo, ci vuole che il luogo ti attraversi. E questa è una cosa che non riesce sempre. A volte ci vuole un’infiammazione, altre volte ci vuole un senso di estraneazione. Non è sapere tutto di un paese, non è informarsi su di esso, non è rimanerci per poco o per tanto”.
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